Corpi di donna by Matsuura Rieko

Corpi di donna by Matsuura Rieko

autore:Matsuura Rieko
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2022-08-25T00:00:00+00:00


2.

Al risveglio le nostre labbra si unirono all'istante, come volessimo colmare in un sol colpo il vuoto creatosi durante il sonno. Dopo avere controllato di essere entrambe sveglie, avevamo fatto un mezzo giro su noi stesse.

Ci congiungemmo delicatamente, seno contro seno, e per tutto il corpo si diffuse una piacevole sensazione simile al torpore. La mia mente ancora assonnata si annebbiò di nuovo. Nel contempo mi tornò alla memoria la sequenza dei gesti di quella notte, dal primo bacio al momento in cui mi ero addormentata. Hanayo premette le guance gelide contro le mie, infuocate. E mise forza nelle braccia che mi stringevano. Ero sul punto di piangere.

Che le pelli a contatto assorbissero dolcemente i reciproci umori era qualcosa che avevo scoperto la sera precedente per la prima volta nella vita. Quando i nostri corpi completamente denudati si erano congiunti, ero stata colpita da un'emozione di gran lunga più forte di quanto mi potessi aspettare, dal mio animo era sgorgato un pensiero: "Così potrei anche morire." Ora capivo perché tanti perdono la testa per i rapporti sessuali. Qualcosa per cui parole come "felicità" o "piacere", non erano più sufficienti. La violenza delle emozioni era rimasta immutata anche quel mattino.

Hanayo scese dal letto e andò verso lo stereo. La luce intensa di quella giornata di giugno filtrava attraverso il tessuto grezzo delle tende bianco sporco; se l'avessi desiderato, avrei potuto osservare il suo corpo nudo che ormai conoscevo al tatto, ma per la vergogna non riuscii a tenere il capo orientato verso di lei. Andai a sedermi sul letto. Sollevai di scatto le coperte e le lenzuola mi mostrarono tutte le loro grinze.

"E' proprio vero che si stropicciano!"

Hanayo rise alle mie parole.

"Credevi fosse una balla?"

Mise su un disco e tornò da me. Mi si inginocchiò davanti e mi diede il secondo bacio della giornata. Dagli amplificatori posti ai lati della finestra sopra il letto si sprigionò la voce acuta della cantante, preceduta da un attacco di chitarra elettrica; ebbi l'impressione che si trattasse di un'incisione di una decina di anni prima. Era "Chain of fools" di Aretha Franklin. Hanayo mi aveva già regalato una cassetta con duplicato l'album in cui era inclusa quella canzone. Disegnava soltanto fumetti che avevano come protagonisti i neri d'America a cavallo del periodo in cui era stata abolita la schiavitù, ascoltava esclusivamente cantanti di colore. Io invece ero specializzata in rock e così avevo dovuto sentirmi quella cassetta una decina di volte prima di riuscire ad apprezzarla.

"Mi sono aggiunta alla fila degli idioti che ti amano" cantava Aretha. Per dirla con le stesse parole, io pure la notte prima mi ero messa in coda nella fila delle persone che le si erano dichiarate e che lei aveva accettato. La scelta del pezzo capitava proprio giusta, lo aveva forse fatto apposta? Mi trovavo divertente così permalosa da arrivare a simili congetture, e sorrisi fra me e me.

"Perché ridi?" mi domandò Hanayo.

"Mi chiedevo quanti uomini avessero dormito in questo letto..." le risposi sorridendo.

"Gli uomini non li porto a casa" ribattè decisa.



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